Le competenze trasversali, o soft skills, rivestono un’importanza sempre più grande per entrare o spostarsi all’interno del mondo del lavoro. Quando un’organizzazione decide di inserire una nuova risorsa, pone infatti attenzione non solo alle competenze tecnico-professionali che essa ha già acquisito e sviluppato, ma anche e soprattutto alle competenze trasversali che la risorsa possiede, e ciò è ancor più vero per i profili junior e/o alla prima esperienza lavorativa. Quindi, accanto alle competenze professionali, ogni selezionatore deve avere ben presenti quali sono le competenze trasversali che il candidato da selezionare deve possedere e in che misura.
Ma cosa sono le competenze trasversali? Le soft skills sono le capacità cognitive e relazionali che vengono messe in atto, traducendosi in comportamenti, nelle varie situazioni e contesti in cui si è coinvolti quotidianamente. Ognuno possiede una combinazione di diverse competenze trasversali, più o meno espresse, di cui può essere molto o poco consapevole, ed ognuna di queste competenze può essere coltivata e sviluppata. Queste competenze fanno parte del bagaglio personale e sono denominate “trasversali” proprio perché possono essere messe in campo indipendentemente dal ruolo professionale che si ricopre in quel dato momento. Ogni contesto aziendale e, ancor più nello specifico, ogni mansione, prevede un’ottimale combinazione di soft skills, ma al di là delle varie declinazioni, ecco alcuni esempi di competenze trasversali particolarmente utili negli attuali contesti di lavoro:
– flessibilità e capacità di adattamento: in un momento in cui lo smart working è sempre più utilizzato dalle aziende e le tecnologie si rinnovano costantemente, essere flessibili e quindi mostrare capacità di adattamento ai cambiamenti, ad orari, strumenti e luoghi di lavoro diversi, è sicuramente un valore aggiunto per le aziende, che sono in continua trasformazione;
– abilità comunicative e relazionali: per comunicazione non si intende solamente il sapersi esprimere chiaramente, ma anche farlo in modo assertivo, ponendo attenzione a ciò che arriva di rimando dall’interlocutore, nonché ad ascoltare l’altro, in modo attivo, empatico e partecipato, così da comprendere realmente le richieste dell’interlocutore ed esprimerne di efficaci, oltre che prevenire i conflitti o gestirli al meglio quando si verificano;
– capacità organizzative: dalle aziende viene richiesta sempre più autonomia lavorativa e capacità di lavorare a distanza e per obiettivi, pertanto essere organizzati comprende davvero molti aspetti, tra cui una buona gestione del tempo, delle priorità e delle scadenze, saper utilizzare tutti gli strumenti messi a disposizione dall’azienda per organizzare il proprio lavoro, e, se rientra nel ruolo, anche quello dei collaboratori;
– problem solving: per quanto possiamo essere organizzati, l’imprevisto è sempre dietro l’angolo e può non dipendere da noi. Ciò che fa la differenza è avere la capacità per fronteggiarlo in modo efficace ed efficiente, ovvero saper affrontare e risolvere i problemi ottimizzando le risorse di cui disponiamo, tirando fuori anche, perché no, un po’ di creatività.
– orientamento al cliente: non importa che sia interno o esterno, che il ruolo da noi ricoperto sia di tipo spiccatamente commerciale o che ne sia lontano, avere una mentalità di tipo consulenziale o assimilabile a quella commerciale è un’attitudine sempre più richiesta dalle aziende. Avere dipendenti che comprendano l’importanza delle logiche di business, indipendentemente dal ruolo ricoperto in organigramma, può essere un valore aggiunto, che renda l’azienda una vera e propria squadra.
Ma perché le competenze trasversali sono così importanti? Ogni risorsa che entra in azienda porta con sé un bagaglio tecnico e personale. A parità di titolo di studi, o di certificazioni, ecc. ciò che fa la differenza è la persona e il valore aggiunto che le sue qualità personali possono portare all’azienda. Se il curriculum è ben redatto, un selezionatore può intuire alcune di queste competenze anche dal cv, ma sarà durante il colloquio che dovrà mettere il candidato in condizione di esprimerle e contestualizzarle, in modo da selezionare la risorsa con la giusta combinazione di competenze tecniche e trasversali, facendo il match più corretto tra candidato e organizzazione.
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