Etimologia latina della parola Orientamento deriva da “oriens”: oriente, che sorge “Mettere la persona in grado di Prendere coscienza di sè’ e di progredire con gli studi e la professione, in rapporto alle esigenze personali (aspirazioni, passioni, motivazioni, interessi) e ai cambiamenti di vita”.(momenti di transizione)
Dall’1997 è diventata una disciplina europea, trasversale sia nel campo produttivo e formativo, con la suddivisione in due macro aree: Scolastica e Professionale.
L’orientatore lavora con “ soggetti in cerca di prima occupazione, i ragazzi a scuola, drop – out, disoccupati, soggetti svantaggiati (carcerati, immigrati, disabili), lavoratori in cambiamento (mobilità, cassa integrazione, licenziamento), con l’obiettivo di costruire percorsi di sviluppo personale/professionale”.
Attraverso l’utilizzo del colloquio e di strumenti specifici si promuove la conoscenza di sé, l’analisi delle proprie capacità e attitudini; tali da poter acquisire un bilancio delle proprie competenze e dare coerenza al percorso di sviluppo professionale dell’individuo (da utilizzare nei contesti scolastici/professionali)
Nel 2014 anche il MIUR ha evidenziato il ruolo strategico degli interventi di orientamento formativo a scuola, per dare un supporto ai giovani di progettare con facilità il proprio futuro, attraverso una consapevolezza della propria identità e di prendere decisioni con maggiore autonomia e coscienza.
Per soddisfare queste esigenza, c’è la necessità di “consulenti orientatori” o di “tutor dell’orientamento”, come ampliamento/specializzazione della funzione docente,
presso le scuole secondarie di primo e secondo grado, che dovrà essere capace di progettare percorsi di orientamento formativo (scolastico/professionale), per garantire lo sviluppo e il sostegno nei processi di scelta degli alunni.
Lo scopo è quello di accompagnare giovani e adulti nella definizione del proprio progetto formativo e/o professionale e nella gestione di particolari momenti di transizione:
– Studenti in passaggio da diversi ordini e gradi scolastici, studenti in uscita da percorsi formativi, lavoratori che desiderano cambiare lavoro o fare il punto della propria situazione professionale, persone disoccupate o inoccupate in cerca di occupazione o in reinserimento lavorativo.
L’orientamento, in altri contesti oltre quello scolastico, fornisce assistenza, suggerimenti, e consigli alla persona aiutandola ad individuare le scelte più coerenti con le sue aspirazioni, attitudini, competenze e motivazioni, attraverso attività di orientamento, in altri contesti accoglienza, consulenza informativa, colloqui, bilanci di competenze, azioni di formazione, definizione del progetto personale-professionale, accompagnamento alla ricerca attiva e all’inserimento lavorativo.
Fino a qualche anno fa, le azioni orientative erano per lo più interventi informativi legati al momento dell’orientamento in uscita (passaggio scuola / scuola – università / università -lavoro). Oggi l’esigenza diventa trovare una strategia di gestione delle transizioni lungo l’arco di tutta la vita, per cui le attività devono, necessariamente, essere supportate da nuovi strumenti, azioni, interventi, processi a sostegno di un orientamento permanente che significa: centralità della persona, sostegno nei processi di scelta e decisionali ; sviluppo di competenze auto-orientative, tecniche trasversali, per rendere gli utenti sempre più attivi e responsabili delle proprie scelte/decisioni di vita. In un mercato in continua evoluzione come agenzie per il lavoro e società di formazione, offrono politiche attive, in cui è incluso un percorso di orientamento alla persona, per supportare l’inserimento nell’ambito lavorativo ma anche per aiutare i passaggi da un’azienda all’altra. Nel tempo sono stati molto utili per le aziende anche i servizi offerti dalle Società di Outplacement, che permettono un sostegno e un orientamento ai lavoratori in fuoriuscita dalle aziende, mantenendo meno critico questo momento.