Quando si parla di gestione della diversità sul lavoro bisognerebbe porre particolare attenzione e impegnarsi per affrontare anche quella generazionale. È difficile prevedere con certezza come evolveranno le tendenze demografiche nel mercato del lavoro a livello globale. Quello che sappiamo è che di certo lo influenzeranno con un impatto senza precedenti.
Con l’entrata nel mondo del lavoro della Millenial generation, è necessario trovare dei nuovi tipi di contratti lavorativi che possano soddisfare i loro bisogni ed esigenze, per garantire la loro permanenza in azienda.
In passato non era raro pensare di restare in un’azienda per tutta la vita. Infatti, se fino a pochi anni fa una lunga carriera all’interno di una singola impresa rappresentava un profilo lavorativo invidiabile, oggi in molti casi non è più così.
Questa tendenza ha cambiato rotta e oggi abbiamo a che fare maggiormente con il cosiddetto job hopping. Questo anglicismo definisce la predisposizione per i lavoratori di oggi a cambiare impresa ogni anno o due e non a causa di un licenziamento, per la chiusura dell’azienda o perché qualcosa è andato storto, ma semplicemente per la propria volontà di fare esperienze diverse. Spesso e volentieri, per trovare quel datore di lavoro che sappia capire le esigenze del dipendente e rispondere con soluzioni su misura.
Stipendio emotivo
Tra gli aspetti maggiormente valorizzati dalla generazione dei Millenials troviamo gli stipendi emotivi. Infatti, lo stipendio in sé non può più essere considerato come un fattore che permetterà di attrarre candidati e di trattenere i dipendenti.
Con il termine stipendio emotivo si distinguono le retribuzioni non monetarie che vengono offerte al dipendente dall’azienda. Ciò ha a che fare con la crescente cura e attenzioni riposte nel benessere e la felicità dei lavoratori. Infatti, per riuscire ad essere competitive e assicurarsi i migliori talenti, le aziende non possono fare a meno di mettere al centro i dipendenti per offrire la migliore esperienza possibile durante tutta la permanenza nel posto di lavoro.
Per questo sono cresciuti gli investimenti in pratiche come quella dell’Employer Branding che assicurano un’Employee Experience ottimale, fin dal primo contatto tra azienda e lavoratore.
Lo stipendio emotivo è uno strumento estremamente strategico e flessibile nelle mani delle aziende che può essere adattato alle esigenze di ciascun lavoratore. Può assumere varie forme tra cui l’erogazione di corsi di formazione continui, l’offerta di servizi di coaching e di sportelli per l’ascolto delle problematiche professionali e personali, attività motorie come yoga in ufficio o soluzioni che permettono un maggiore equilibrio tra vita e lavoro come lo smart working.
Tra questi, specialmente dopo la crisi del coronavirus, la flessibilità lavorativa rientra tra i benefit preferiti dai dipendenti.
Flessibilità dell’orario di lavoro e smart working
Posto che la remunerazione monetaria non rientra più tra i fattori che vengono principalmente tenuti in considerazione dai Millenials in fase di ricerca del lavoro, ci sono altre caratteristiche aziendali che vengono valorizzate.
Con lo smart working lo svolgimento del lavoro non ha più un posto fisso identificato con l’ufficio. Questo significa che si può lavorare da qualsiasi luogo si ritenga idoneo, che sia la propria casa, quella di un amico, o gli spazi di coworking tanto apprezzati e popolari fra i Millenials.
Apparentemente c’è un’altra tendenza che sta prendendo piede ed è ancora più richiesta dello smart working. Stiamo parlando degli orari di lavoro flessibili. Per il momento è qualcosa di ancora poco diffuso, specialmente nelle realtà già ben formate e nelle aziende molto strutturate. È più facile trovare questo tipo di adattamento nelle startup che consentono ai propri dipendenti di decidere non solo da dove lavorare, ma anche quando farlo. Ciò porta ad un grado ancora maggiore di conciliazione tra lavoro e vita privata.
Poter decidere quando iniziare il proprio lavoro significa non dover dare giustificazioni se si inizia alle 9:30 invece che alle 9:00, finire alle 17:00 perché si ha un appuntamento dal dentista e terminare alle 20:00 il giorno dopo per recuperare le ore perse.
Alcune aziende sono restie a questo tipo di benefit perché pensano possa portare a una perdita di controllo dei propri dipendenti. Certo non è semplice monitorare i propri dipendenti, tenere traccia di clock-in e clock-out da remoto, specialmente se non si possiedono i giusti strumenti.
HR tools per una maggiore flessibilità
Che lo si voglia accettare o meno, il cambiamento degli spazi e le modalità di lavoro è ormai in atto e sembra inarrestabile. È importante per le aziende tenere in considerazione queste tendenze per mantenersi al pari della concorrenza. Ai nativi digitali occorre soltanto una connessione internet per lavorare.
Per alcuni datori di lavoro può sembrare un limite quello di non poter monitorare di persona i dipendenti. In realtà grazie gli sviluppi tecnologici rilevare presenze e tenere traccia delle ore lavorate è molto più semplice di quanto si possa pensare.
Factorial, per esempio, è il software HR all-in-one che presenta delle funzionalità specifiche per supportare i responsabili HR nella gestione efficace dei dipendenti anche da remoto.
Trasparenza e fiducia sono altre caratteristiche molto apprezzate dai Millenials e le generazioni successive. Con i software HR è possibile avere un quadro chiaro delle ore lavorate. Tutte le informazioni saranno centralizzate su un’unica piattaforma alla quale potranno accedere sia i manager che i dipendenti. Questo rafforza il concetto di fiducia nei confronti del lavoratore e della sua capacità di saper organizzare il proprio tempo al meglio.
In ultima analisi, queste tecnologie non fanno che aiutare le imprese nel loro processo di digitalizzazione che consente di creare ambienti di lavoro più equilibrati e sostenibili, ovvero proprio quello che i Millenials cercano.